INTERPRETI E PERSONAGGI
RICCARDO III - Ernesto Marletta
CLARENCE - Enrico Milanesi Amendoni
SICARIO - Michele Santomassimo / Luca Amoruso
LADY ANNA - Maria Pina Guerra
BUCKINGHAM/RICHMOND - Pino Matera
REGINA ELISABETTA - Maria Passaro
REGINA MARGHERITA - Mariella Lippo
RE EDOARDO/DUCHESSA - Vincenzo Raguseo
COLLABORATORI:
TECNICO AUDIO: Simone Bracci
TECNICO LUCI: Alessandro Iacovelli
Ci sono individui che per conquistare il potere sarebbero disposti a tutto. Riccardo III, è sicuramente uno di questi.
Dramma storico, “Riccardo III”, sebbene rientri tra le opere scritte da William Shakespeare in età giovanile, sin da subito rivela il genio e la grandezza di quella che sarebbe stata l’attività drammaturgica del Bardo dell’Avon. La vicenda storica descritta in Riccardo III è realmente esistita; essa si colloca alla fine della Guerra delle Due Rose (1455-1485) avvenuta tra la casata degli York e la casata dei Lancaster, per la conquista del trono d’Inghilterra.
Attraverso il racconto di un sovrano efferato e ambizioso e della sua inesorabile disfatta, Shakespeare descrive il desiderio spasmodico di potere che attanaglia l’animo umano, e le conseguenze nefaste di una smisurata volontà di riscatto. La scelleratezza di Riccardo III, come nel Macbeth, è però esaltata, enfatizzata, resa un prototipo, anche al fine di aumentare l'effetto drammatico. Sin dalle prime battute, Riccardo III stabilisce con gli spettatori un rapporto privilegiato; li mette a conoscenza dei suoi piani, delle sue strategie, appalesa il proprio intento: la conquista del potere ad ogni costo.
Quando però è in presenza degli altri personaggi, egli sa mascherare bene le proprie finalità malvagie e, come attore navigato, recita la parte della persona amica, timorata di Dio, proprio quando trama i delitti più atroci, splendido seduttore, con abilità manipola le debolezze altrui per farne gli strumenti della propria scalata al trono.
Ed è proprio la sua capacità istrionica, nutrita da quell’ironia maligna, da quello spirito beffardo e crudele, che costituisce la caratteristica psicologica del protagonista del Riccardo III di William Shakespeare.
In definitiva, Riccardo III rappresenta l’essenza del potere spietato, il simbolo dell’uomo che punta l’obiettivo con determinazione, senza umani cedimenti, con la capacità, sublime sensazione, di compiere le proprie malefatte, divertendosi.
Dopo l’Amleto, Riccardo III è l’opera teatrale più lunga di Shakespeare.
La riduzione portata in scena dalla Compagnia Artemisia Teatro con la regia di Ernesto Marletta, focalizza la figura di Riccardo III nel rapporto con alcuni dei tanti personaggi previsti nel testo originale, che sicuramente costituiscono il fulcro narrativo del dramma.
Indubbia è la valenza delle figure femminili che sono sopravvissute ai massacri compiuti da Riccardo III, con cui lo stesso sviluppa un rapporto segreto, intimo, provocando così la loro attenzione.
La regia cala la vicenda narrata da Shakespeare in una dimensione decontestualizzata rispetto all’epoca di riferimento storico, senza però snaturare i profili stilistici che connotano l’opera nel suo complesso.
La scenografia essenziale, costituita da un'una serie di pedane a simboleggiare il trono, rappresenta metaforicamente l’ascesa al potere di Riccardo III, sui cui piani intermedi si snoda la vicenda fino al suo estremo epilogo.
I costumi, dai toni scuri ma sobri nella linea, definiscono con efficacia i contorni delle atmosfere cupe, intime, spesso crudeli, entro cui si consuma la tragedia di RICCARDO III.