INTERPRETI E PERSONAGGI
Orazio - UGO CASTELLANI
Suggeritore - CESARE FIORINI
Eugenio - LORENZO PORCASI
Placida - Rosaura - VALENTINA STEVAN
Tonino - Pantalone - GIUSEPPE VIT
Beatrice - Colombina - SARA DA COMO
Anselmo - Brighella - BRUNO CONSOLATI
Gianni - Arlecchino - MARCO BAGNARA
Petronio - Dottore - FEDERICO ZAMBONI
Lelio - GIOVANNI VIT
Eleonora - DELIA LORENZI
COLLABORATORI:
TECNICI: Marco Puliero, Emanuela Zampicinini
ALLESTIMENTO: Francesco Bertolini
SCENE: Gino Copelli
MUSICHE ORIGINALI: Giuliano Crivellente
MOVIMENTI COREOGRAFICI: Emanuela Zampicinini
COSTUMI: Camilla Ferrazzini, Maria Rosa Zoccatelli
si ringrazia per la consulenza DAVIDE TONOLLI
Il testo di questo spettacolo è uno dei più affascinanti e dei più originali del commediografo veneziano, ma è anche tra i più sconosciuti al grande pubblico. Per questo La Graticcia continua la sua missione didattica: dopo il clamoroso successo de Il Palio di Verona, torna sulla scena con una produzione che diverte e istruisce sull’origine del Teatro moderno. Goldoni nel presentare questo testo lo definisce come un manuale di istruzioni per le sue commedie, ma l’opera non fa altro che confermare la genialità dell’autore capace di prevedere i temi del teatro contemporaneo anticipandone gli argomenti e la struttura.
Una compagnia di “illuminati” attori abituati a recitare “all’improvviso”, si riunisce sotto la guida del capocomico Orazio per portare, per la prima volta, sulla scena una commedia studiata. Il teatro di regia nascerà quasi un secolo dopo, ma Goldoni anticipa questa innovazione affidando ad Orazio il compito di stimolare la creatività degli attori. Le reazioni dei personaggi sono le facce della realtà scandite da paure, sogni, ambizioni e convinzioni. Così è facile pensare come la riforma goldoniana abbia scosso non solo il mondo del teatro, cambiandone per sempre le sorti, ma anche le singole vite di semplici attori. In questo momento di transizione traspare, via a via, sempre più netta la differenza tra il vecchio e il nuovo mondo.
Anche la versione dello spettacolo proposto da La Graticcia punta a sottolineare questo, Lelio ed Eleonora, orgogliosamente e convintamente ancorati alla vecchia arte risultano effimeri: come dei fantasmi, dei personaggi usciti da chissà qual canovaccio e destinati a sparire con esso. A questi fa da contraltare Tonino, anche lui sembra un personaggio di qualche opera goldoniana, ma nonostante la tarda età dimostra la duttilità che contraddistingue i veri attori che meritano di resistere nel nuovo Teatro Comico. La commedia scivola veloce fornendo uno spaccato sociale delle realtà artistiche del ‘700 nelle quali la sapiente penna dell’autore fa emergere gli spiriti combattivi che si ritroveranno poi nelle commedie successive: la primadonna volubile, il misogino Petronio, il vecchio Tonino… altro non sono che lo specchio di una realtà, magazzino del teatro moderno.